Peptidi bioattivi Wikipedia

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In particolare, nell’eventualità in cui il clinico sospetti che al paziente sia stata somministrata troppa insulina. Il dosaggio del peptide C, infatti, consente di capire quanta insulina sia stata effettivamente prodotta dall’organismo e quanta, invece, sia stata somministrata. Un livello di C-peptide ≥0.20 nmol/l in pazienti inquadrati come diabete di tipo 1, con malattia diagnosticata prima dei 30 anni e con oltre 3 anni di durata è compatibile con un MODY (MaturityOnset Diabetes of the Young), soprattutto in presenza di storia familiare tipica. Un peptide viene denominato iniziando con il nome dell’aminoacido che ha il gruppo amminico libero, sostituendo con il suffisso “il” la desinenza “ina”. Si continua poi con tale sostituzione per tutti gli amminoacidi della catena, fino all’ultimo aminoacido, che mantiene invece il nome normale. Per es., un tripeptide formato da glicina, acido aspartico e alanina, in cui la glicina è l’aminoacido con il gruppo aminico (-NH2) libero, e l’alanina l’aminoacido con il gruppo carbossilico (-COOH) libero, si chiamerà “glicil-aspartil-alanina”.

  • Quest’esame permette di misurare, infatti, il tasso di insulina endogena, ovvero prodotta dall’organismo, anche in caso di somministrazione di insulina esogena (iniezioni in pazienti diabetici) o in presenza di anticorpi anti-insulina che interferiscono con il dosaggio dell’ormone.
  • I neuropeptidi sono messaggeri chimici costituiti da piccole catene di amminoacidi che vengono sintetizzate e rilasciate dai neuroni.
  • Il legame tra il carbonio e l’azoto dell’unità peptidica è rigido perché possiede in parte le caratteristiche di un doppio legame; infatti, la sua lunghezza è di 1,32 Å, valore intermedio fra quello di un doppio legame (1,27 Å) e quello di un legame singolo (1,49 Å).
  • Se la proteina non possiede la sequenza riconducibile ad un peptide bioattivo, dopo l’idrolisi non avrò mai il peptide bioattivo.
  • Per il dosaggio ematico, viene prelevato un campione di sangue venoso, in genere in corrispondenza della piega del gomito.

I p. si ottengono non soltanto per mezzo di processi di sintesi, ma anche per idrolisi parziale, chimica o enzimatica, delle proteine. Molti p. hanno una notevole attività biologica, svolgendo le funzioni di ormoni, antibiotici, neurotrasmettitori ecc. Tra i p. con attività ormonale i più noti sono l’insulina, il glucagone e l’ACTH, o corticotropina (➔ polipeptide). Alcuni ormoni sono costituiti da un esiguo numero di residui, come l’ossitocina, la bradichinina (ambedue di 9 residui) e il fattore di rilascio della tireotropina (3 residui). Tra i p. brevi sono da ricordare le encefaline e le endorfine, p. cerebrali con attività oppiacea, presenti nella struttura primaria della β-lipotropina.

Azione[modifica modifica wikitesto]

Per esempio, le proteine o i peptidi aventi un’azione sul metabolismo dei lipidi, facilitano la mobilità del colesterolo, altri intervengono sul sistema immunitario, altri intervengono a livello del sistema nervoso. I peptidi bioattivi sono peptidi (cioè composti proteici di dimensioni limitate a pochi amminoacidi) ottenuti tramite l’alimentazione che, oltre ad avere un valore meramente nutrizionale, esercitano anche un’attività biologica sull’organismo. Possono infatti legarsi a recettori delle cellule che regolano specifici processi metabolici.

I peptidi bioattivi delle caseine e del siero del latte[modifica modifica wikitesto]

Nelle persone diabetiche dovremmo quindi aspettarci bassi livelli di Peptide prezzo C; in realtà molto spesso è vero l’opposto. Ricordiamo infatti che negli stadi precoci del diabete di tipo II l’insulina è normalmente aumentata (iperinsulinemia) e con essa i livelli di peptide C. Questo perché in tali situazioni, più che mancare l’insulina in sé, viene meno la sensibilità delle cellule alla sua azione; si parla, non a caso, di insulino-resistenza. Solo in una fase tardiva, il sovraccarico cronico del pancreas – intento a secernere maggiori quantità di insulina per compensare la scarsa risposta cellulare – porta a un lento declino funzionale delle cellule β pancreatiche, con diminuzione dell’insulinemia e del peptide-C. La liberazione di un peptide bioattivo è possibile per azione delle proteasi, quindi bisogna scegliere la proteasi che agisca sull’aminoacido vicino alla sequenza del peptide bioattivo. Le proteine che possiedono sequenze di peptidi bioattivi possono generare peptidi bioattivi e possono essere naturalmente presenti nell’alimento, quindi non agiscono come farmaci essendo naturalmente presenti nell’alimento per cui possono arricchirlo agendo in modo che vengano generati.

Il peptide C è un composto di 31 aminoacidi che ha origine nel pancreas, precisamente dalle cellule beta. Si tratta, in pratica, del prodotto della scissione enzimatica da proinsulina a insulina. In virtù di questa reazione, insulina e peptide C vengono immessi nel circolo ematico (del sangue) alle stesse concentrazioni.

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